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La PINSA de ER MATTATOIO

IL TERMINE PINSA VIENE DAL LATINO PINSERE (STENDERE, ALLUNGARE), INFATTI LA PALLINA VIENE STESA ALLUNGANDOLA, PER QUESTO MOTIVO LA SUA FORMA È OVALE.VENIVA PREPARATA ANTICAMENTE DAI ROMANI.
Per questo motivo il nome completo è Pinsa Romana.

IL PRODOTTO Il potenziale del prodotto Pinsa è veramente incredibile, già da adesso si dispone di un preparato di farina eccellente per cui è difficile trovare una valida concorrenza.
Per arrivare a questo è stata studiata una miscela di tre differenti farine:
  • Frumento
  • Soia
  • Riso
Per concludere questo mix servirá anche una parte di pasta madre essiccata che contribuisce alla fragranza e alla corretta lievitazione.
Sono tanti gli studi di esperti per ottimizzare queste fantastiche miscele, un grande sostegno arriva anche dai pizzaioli collaboratori e consulenti di Pinsa Romana che oltre ad essere fondamentali per la formazione di giovani pinsaioli e titolari di nuove pinserie , aggiungono la loro dose di passione nelle continue ricerche che avvengono negli stabilimenti Di Marco produzioni alimentari, alle porte di Roma (Colleverde).
I principali pionieri della Pinsa sono Corrado Di Marco (l’inventore) ed il figlio Alberto Di Marco.
Nelle dimostrazioni e le rappresentazioni che mostrano la spettacolarità di questo prodotto troviamo due favolosi esponenti: Maurizio Capodicasa e Marco Montuori, pizzaioli di fama mondiale al top nel settore.

Le pinserie iniziano a fiorire sempre più spesso e cominciano ad essere di facile reperibilità: questo è sicuramente un ottimo riscontro sia da parte dei ristoratori che da parte dei clienti/consumatori.
Questa “alternativa” alla normale pizza è veramente apprezzata…da tutti!
PINSA: TECNICA & STRUMENTIAndiamo al punto: Perchè la pinsa è cosi buona?
Ve lo spiego sia tecnicamente che in modo più semplificato.
Tecnicamente posso dirvi che la Pinsa è un prodotto ottimizzato sotto tutti i punti di vista: ogni particolare è studiato e verificato da biotecnologi, in piu’ nello sviluppo degli impasti esistono decine di dati e informazioni da tenere sotto controllo.
Si parte dalle temperature e l’umidità (degli ingredienti e ambientale) per poi arrivare alle tempistiche e ai metodi di impastamento.
Fondamentali sono le temperature dell’impasto che ci permettono di realizzare la tecnica del freddo dalla quale si ottiene una corretta lievitazione e maturazione.
Ok, Ricapitoliamo:
Quando parlo di temperature, parlo di temperatura dell’acqua (che deve essere sempre refrigerata), temperatura della farina, temperatura dell’impasto prima di aggiungere il sale e temperatura dell’impasto portato a termine.
Stessa cosa per l’umidità, un fattore che se non viene valutato bene può variare la riuscita di un impasto perfetto.
La tecnica del freddo avviene proprio per permettere ad un impasto di lievitare più lentamente (dalle 24 alle 120 ore) e in più tempo possibile, cosi’ da ottenere una giusta maturazione (a 48 ore è ok), fondamentale per la riuscita di un prodotto degno di nota.
Per questo motivo molta attenzione và alle temperature: Sbagliandole non si otterrà un buon uso della tecnica del freddo.
Le tempistiche di impastamento sono correlate alla temperatura, visto che più si impasta più la “miscela” si scalda, bisogna stare attenti a tenere sotto controllo la situazione.

Ebbene si’, tanti dicono:”che ci vuole a fare un impasto” o “che ci vuole a fare la pizza”, questo può essere anche vero se non si bada al risultato ma sappiamo tutti che il risultato è fondamentale, sia per chi la fà a casa che per un ristoratore.
Per ottenere il massimo vanno rispettati dei canoni: morbidezza dell’impasto (80-85% di idratazione), fragranza e digeribilità del prodotto finito.
Non finisce qui: una buona pinsa deve essere fuori croccante e dentro morbida, un’unione quasi impossibile da raggiungere in qualsiasi altro tipo di pizza.
Quindi se volete fare Pinsa® vi invito a non snobbare assolutamente troppi particolari, sarebbe come avere una Ferrari e farla guidare ad una persona senza la patente.
L’esempio è poco fantasioso ma rende bene l’idea.
Per realizzare l’impasto non può mancare una buona impastatrice a 2 velocità che permette di stirare bene la maglia glutinica e ottenere composti ad altissima idratazione, importanti ma non essenziali sono anche le camere di lievitazione o le “stufe” che permettono di controllare più facilmente e più velocemente la “messa a punto” delle palline prima dell’utilizzo.
Per quanto riguarda la cottura delle Pinse ci sono dei forni studiati per ottenere il massimo rendimento.
Questo lavoro è realizzato dalla Rinaldi Superforni, azienda specializzata in questo campo.
Parliamo di un forno elettrico dotato di tutte le più recenti tecnologie, un bel regalo per qualsiasi pinsaiolo!
Quello che posso spiegare in modo più semplificativo è che con tutta la cura che viene data nella produzione della farina e nella creazione dell’impasto, il prodotto che si otterrà sarà leggero, quindi con pochi grassi e poche calorie, allo stesso tempo però apprezzerete sapori di pasta lievitata difficili da imitare.
Un modo per apprezzare l’unicità di questo prodigio è l’alveolatura, vedrete bolle di lievitazione perfette all’interno della vostra Pinsa.
GLI SPOLVERILa Pinsa è un prodotto di spicco e ha molte particolarità, una fra queste è la base di spolvero per spianare/stendere le palline.
Ne vengono utilizzati due diversi tipi:
  • semola
  • farina di riso
Spolvero semola PinsaSpolvero riso Pinsa


La semola è quella utilizzata da più tempo, si tratta di una rimacinata pensata e studiata appositamente per lavorare la Pinsa che viene resa più croccante.
La farina di riso termotrattata è un’altra recente scoperta del team Di Marco: questo prodotto viene portato a temperature che permettono di modificare le caratteristiche della farina di riso, ottimizzando la resa nella stesura.
Il passaggio ad alte temperature di questo spolvero esclude completamente la possibile creazione di muffe.

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